“Sono un preparatore atletico alternativo. Ho passato otto mesi a New York e ho iniziato un progetto di collaborazione internazionale tra New York City e Brescia nell’ambito dello sport e della cultura come mezzi per l’inclusione sociale, partendo dalle persone con disabilità. Il CLab è interattivo, e da questo percorso ha appreso che bisogna sempre fare squadra per raggiungere un obiettivo, seguendo gli step dell’avanzamento del lavoro, e confrontarsi su ogni problema. Ciò che ho imparato finora è che se si va oltre un certo confine che noi stabiliamo di natura, incontriamo diversità sia di percezione della tua stessa realtà, che di comprensione di realtà nuove, di amicizie e di crescita personale. Vorrei che questa società formasse prima di tutto persone prima che lavoratori.”